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«Stop aumento IVA, si rischia frenata Pil dello 0,2%». Roberto Savini nuovo presidente di Confcooperative Consumo e Utenza

«Stop aumento IVA, si rischia frenata Pil dello 0,2%». Roberto Savini nuovo presidente di Confcooperative Consumo e Utenza

«La distribuzione cooperativa cuscinetto nella crisi: le offerte a 0,99  hanno sostituito il 3x2»

venerdì 15 giugno 2018

«L’aumento dell’Iva è uno spettro che incombe sulla ripresa. Si rischia una frenata del PIL dello 0,2%. Sarebbero le fasce più fragili del paese a pagare il conto più pesante con oltre 4,5 milioni gli italiani che vivono in condizioni di assoluta povertà». Lo dice Roberto Savini nuovo presidente di Confcooperative Consumo e Utenza. Eletto all’unanimità dall’assemblea nazionale Savini subentra al trentino Pierluigi Angeli che ha ricoperto più incarichi nei suoi trent’anni di dirigenza tra Confcooperative e Federcasse.

L’assemblea di Confcooperative Consumo e Utenza è stata l’occasione per analizzare l’andamento dei consumi che  evidenzia un’Italia con una forte polarizzazione socioeconomica. Da un lato la spesa ricca e “leggera” da oltre 10 miliardi l’anno in benessere. Dall’altra, l’Italia stretta dalle necessità, con almeno 6 famiglie su 10 che puntano alla spesa low cost.

«La distribuzione cooperativa, nella crisi – precisa Savini – ha funzionato da cuscinetto nella crisi, strutturando un sistema di vendita profondamente diverso dal passato. Le vendite 3x2 sono state sostituite dalle promozioni a 0,99 centesimi e da quelle sottocosto. Un sistema molto meno remunerativo, ma che da risposte ai consumatori».

Nel 2017 le famiglie hanno aumentato la spesa per consumi (+2,5%) in misura superiore rispetto all’incremento del reddito disponibile (+1,7%), fattori che hanno determinato una contrazione del risparmio delle famiglie che scende al 7,8% (-0,7% rispetto al 2016). La spesa principale, quella della casa, impegna oltre un terzo del budget (36,1% pari a 902 euro), di cui 590 euro vanno per l’affitto e il resto (312 euro) per pagare le utenze: acqua, luce e gas. La spesa maggiore, subito dopo la casa, è quella alimentare con 447 euro. Cala la sanità a 105 euro (erano 114 nel 2014). Sono dati che rappresentano un paese in difficoltà contiamo sulla sensibilità sociale del governo per dare fiato alla crescita».

I numeri di Confcooperative Consumo e Utenza: associa circa 600 cooperative, un tessuto imprenditoriale longevo. Due cooperative su dieci hanno oltre 50 anni. Sono cooperative di consumo, di dettaglianti, di utenza elettrica e di servizi. I soci sono 370.000. Gli occupati oltre 8.000. Il fatturato aggregato sfiora i 4 miliardi.

Imprese, «Trentino, i punti vendita delle Famiglie cooperative funzioneranno da SIEG erogando alcuni servizi anagrafici in supplenza dei Comuni accorpati. Rappresentano un modello replicabile in tutte le aree interne del Paese»

«Lo stato non riesce più a offrire servizi e il privato profit si ritira? Nessun problema ci sono le cooperative. Non è un caso che l’art. 45 della Costituzione ne riconosce la funzione sociale della cooperazione».

Così Roberto Savini, neo presidente di Confcooperative Consumo e Utenza (eletto all’unanimità subentra a Pierluigi Angeli storico dirigente trentino di Confcooperative e di Federcasse), a margine dell’assemblea nazionale della federazione, evidenzia il ruolo esercitato dai punti vendita delle Famiglie cooperative che stanno presidiando valli e paesini del Trentino in via di spopolamento.

«Parliamo di punti vendita che già oggi rappresentano l’unica opportunità per acquistare generi alimentari, quotidiani, riviste e farmaci per esempio. Avranno la qualifica di Sieg (Servizi di interesse economico generale da parte dell’Unione Europea e della Giunta della Provincia di Trento) e così le Famiglie cooperative, sostituiranno i Comuni, che non hanno più sportelli sul territorio, introducendo alcuni servizi anagrafici  per i cittadini. È così che diventeranno sempre più multiservizi in queste aree svantaggiate. Questo modello di SIEG è esportabile in tutte le aree interne del paese in via di spopolamento che vedono servizi sempre più razionati e cittadini alle prese con bisogni crescenti. Dove gli altri si ritirano – conclude Savini – la cooperazione c’è per rispondere ai bisogni delle comunità».